Le nostre città vivono in simbiosi con i dialetti, i costumi, i modi di vivere di un territorio vasto che le ha plasmate. La cultura del lavoro, il senso del dovere, un modo d’essere sintetizzato in una esigenza di “pedalare”, produrre beni, coltivare la terra, piegare la schiena, ha innervato le nostre aree urbane che sono certamente diventate piccole capitali dei servizi, del sapere e dello svago ma senza mai dismettere la loro originaria natura, luoghi della manifattura e della fatica. E poi come avremmo potuto non cogliere la straordinaria opportunità di legare le nostre città con una ciclovia che facesse conoscere le nostre bellezze naturali ed il nostro diffuso patrimonio monumentale e museale. E il turismo “dolce”, fatto di ragionevole lentezza e godimento di angoli di territorio, con la ciclovia la fa da padrone.