Giovanni Spinelli – “Dopo l’esodo: da profughi a cittadini” Il processo di integrazione di Giuliani e Dalmati nell’Italia del secondo Novecento, attraverso le vicende di Brescia. (Sestante ed.)Con Raoul Pupo e Valerio Di Donato
6 Ottobre ORE 17:30 18:30
DOPO L’ESODO: DA PROFUGHI A CITTADINI
Il processo di integrazione di giuliani e dalmati nell’Italia del secondo Novecento, attraverso le vicende di Brescia
Sestante Editore in collaborazione con CDM e Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata di Trieste presentano lo studio che ha assunto quale osservatorio privilegiato le vicende storiche dei profughi dalla Frontiera Adriatica approdati nella provincia di Brescia, partendo dalla constatazione che alla copiosa produzione storiografica su processi, dinamiche, accadimenti e cause che generarono l’esodo non è corrisposto, tranne isolate meritorie eccezioni, uno sforzo ricostruttivo e d’indagine altrettanto fertile dedicato alla storia del lungo, complesso e tribolato percorso di inserimento nella società italiana del secondo dopoguerra degli esuli, a partire dalla conclusione del conflitto e almeno sino alla fine degli anni ’60, non meno interessante e non meno presente nel bagaglio di memoria individuale e collettiva dei giuliano-dalmati.
- In collaborazione con Casa della Memoria e Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
in collaborazione con
Biografia
Giovanni Spinelli (Torino, 1958) si è applicato in passato alla storia contemporanea di Brescia, pubblicando in periodici e volumi collettanei saggi su ferrovie e sanità. Ha poi speso interamente la sua vita professionale nell’ambito dell’istruzione, prima come insegnante e formatore e poi come dirigente scolastico, rivestendo anche vari incarichi di responsabilità negli organigrammi dell’amministrazione scolastica regionale e nazionale. Questo lavoro segna il suo ritorno alla ricerca. Figlio di un profugo zaratino, nella scelta del tema è stato guidato anche dalla volontà di collocare in un quadro di rigorosa ricostruzione e interpretazione storica il coacervo delle memorie famigliari e di restituire luce e voce ai tanti dalmati, fiumani e istriani della comunità in cui per molti anni ha vissuto: nelle intenzioni dell’autore, dunque, il volume si propone anche, idealmente, quale risarcimento, parziale e tardivo ma sentito, per il silenzio caduto per lungo tempo sulle travagliate vicende patite dai profughi adriatici.