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ESPERANCE HAKUZWIMANA “Tutta intera” (15+ anni)
1 Ottobre 2022 @ 17:00 - 18:00
LiberoDialoga con Laura Castelletti.
Quando sua madre le diceva “tu sei speciale”, Sara traduceva “diversa”: questo le sussurravano i compagni a scuola, così si sentiva quando preferiva giocare sotto l’ombrellone per non diventare ancora più nera. E ora che insegna nella scuola di Basilici e pensa di aver fatto pace col passato, le domande tornano a galla: perché gli allievi la guardano diffidenti se hanno il suo stesso colore di pelle? E ognuno di loro usa una parola diversa per dire “mamma”… Adozione e multiculturalità qui hanno il volto di personaggi veri, indimenticabili. Una storia d’identità, paura del diverso e desiderio di appartenenza. Di discendenze lontane, e di un domani che si esige nelle proprie mani.
Un romanzo d’esordio, una voce nuova capace di emozionare ma lontana da ogni sentimentalismo a buon mercato. Alla scoperta dei ragazzi, quelli nati in Italia o in qualche altro posto nel mondo, in un romanzo autentico, schietto e sorprendente per esuberanza e vivacità.
«Siete i nuovi cittadini. Perché nuovi? Siamo i prossimi!»
Il fiume Sele taglia in due la città, e Sara ogni giorno lo attraversa per andare a insegnare nella scuola di Basilici. I suoi studenti arrivano da tutte le parti del mondo e la guardano con diffidenza. La chiamano Signorina Bellafonte, perché anche se è nera (come la maggior parte di loro) non è una di loro: è cresciuta di là dal fiume, suo zio è un pezzo grosso del frutteto, e da quelle parti le pesche le chiamano «oro rosa», perché sfamano molte famiglie. Sara è la figlia adottiva di un professore di liceo e della cuoca dell’asilo. Sua mamma preparava torte e coltivava rose, suo padre le ha insegnato la passione per le parole: il suo mondo da bambina aveva confini certi. Ora don Paolo le ha trovato questo lavoro, crede che lei sia la persona giusta. Giusta perché? Perché ha il loro stesso colore di pelle? Eppure questi ragazzini, che conoscono tre lingue e ne inventano una diversa ogni pomeriggio, la scrutano, la sfidano di continuo. All’inizio non riesce a ottenere la loro attenzione nemmeno per mezz’ora. Le parole non bastano più, forse la strada per comunicare passa per certe esperienze difficili del passato: ogni volta che si è sentita diversa, nel posto sbagliato. Settimana dopo settimana quei nomi impronunciabili e quei volti sfuggenti diventano più famigliari: Tajaeli Kolu che le assomiglia così tanto, Zakaria Laroui con l’occhio pigro e zero modestia, Giulio Abour che scrive poesie e parla arabo per non farsi capire, Paul Buonafede che è mezzo italiano e sembra vergognarsene. Molti arrivano da posti del mondo in cui la lingua è un campo di battaglia, mentre a Basilici è un terreno di gioco e loro vorrebbero solo divertirsi. Ma poi scompare Charlie Dì, la riottosa afrodiscendente del secondo banco, e si moltiplicano le aggressioni nel quartiere: ecco che questo processo accidentato ma prodigioso di conoscenza reciproca rischia di interrompersi. Eppure certe vite spezzate e ricucite possono ancora, come certi innesti, trovare il modo di fiorire.
Espérance Hakuzwimana è nata in Ruanda nel 1991. Durante il genocidio è stata adottata da una famiglia italiana ed è cresciuta in provincia di Brescia. Dal 2015 vive a Torino, dove ha frequentato la Scuola Holden. Fa attivismo collaborando con associazioni contro il razzismo. Ha raccontato la sua storia in E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana (People, 2019). Questo è il suo romanzo d’esordio.