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MARCELLO FOIS “La mia Babele” (Solferino)
30 Settembre 2022 @ 19:30 - 20:30
Dialoga con Silvio Masullo.
Una nascita rocambolesca, un battesimo in articulo mortis che gli regala almeno tre nomi, un’infanzia da predestinato alla gloria in quanto figlio unico, un difficile apprendistato da «sardoparlante» (per di più con gli occhiali) nella scuola di lingua italiana, una precoce lettura del Conte di Montecristo senza sapere cosa fosse un abate…
La storia del protagonista di questo libro, che forse ne è anche l’autore, è segnata da un’incessante lotta con l’angelo, e l’angelo è il linguaggio.
Inutile stupirsi se, dopo un breve e infelice passaggio a Medicina, la scelta sarà laurearsi in Italianistica, in una Bologna illuminata dalla predicazione laica di Ezio Raimondi, per poi diventare scrittore, per di più tradotto all’estero.
Si aprono così le porte di una Babele popolata di esseri strani, i traduttori, il cui compito preciso sembra essere travisare ciò che scrivi, ma nel modo giusto: perché tradurre significa tradire, per far vivere il testo non solo in un’altra lingua ma in un’altra cultura. E il testo, si suppone, ringrazia; ma l’autore?
La vita diventa letteratura, che a sua volta innerva la vita: accade nelle pagine di questo memoir letterario in cui si rincorrono ricordi d’infanzia e storia sociale, incontri e autoanalisi, avventure in terra italiana e straniera e riflessioni attraverso le lingue, non solo d’Europa.
In un racconto che per esser vero non è tuttavia meno apocrifo, Marcello Fois conduce il lettore all’appuntamento più importante, quello con la parola giusta, capace di illuminare una pagina come una vita.
Scrittore italiano (n. Nuoro 1960). Conclusi gli studi in Italianistica all’Università di Bologna (1986), nel 1992 ha pubblicato Ferro recente (scritto tre anni prima) e Picta (con cui ha vinto il Premio Italo Calvino). Sei anni più tardi è uscito Sempre caro, primo romanzo di una trilogia che comprende Sangue dal cielo (1999) e L’altro mondo (2002): così come gli altri lavori, anche questi testimoniano l’aderenza al genere noir, spesso inserito in un contesto regionale ben definito, quello sardo. Cofondatore del Festival letterario di Gavoi (insieme a G. Angioni, G. Todde e M. Murgia), F. è anche sceneggiatore (televisivo, cinematografico e teatrale) e negli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti: fra gli altri si ricordano il Premio Super Grinzane Cavour per la narrativa italiana e il premio Volponi con Memoria del vuoto (2006). Nel 2012 è stato tra i finalisti del Premio Campiello con Nel tempo di mezzo (2012), mentre nel 2013 ha pubblicato il romanzo L’importanza dei luoghi comuni; è del 2014 la cura del volume antologico Sei per la Sardegna, contributo in favore degli alluvionati della Sardegna che, oltre al suo, raccoglie scritti di F. Abate, A. De Roma, S. Mannuzzu, M. Murgia e P. Soriga, e dell’anno successivo i romanzi Luce perfetta (Premio Mondello Opera italiana 2016) e Ex voto. Tra i suoi ultimi lavori vanno segnalati: tutti nel 2016, Manuale di lettura creativa, Stesso sangue (con J. Nesbø, L. Macchiavelli, J.R. Lansdale e F. Guccini), Quasi Grazia; Del dirsi addio (2017); nel 2018, la raccolta poetica L’infinito non finire e il saggio Renzo, Lucia e io; il romanzo Pietro e Paolo (2019); il saggio L’invenzione degli italiani (2021); La mia Babele (2022). Nel 2021 ha scritto uno dei racconti della raccolta Le ferite, per i cinquant’anni di Medici senza frontiere.