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MATTEO CACCIA “Voci che sono la mia. Come le storie ci cambiano la vita” (Il Saggiatore)
1 Ottobre 2022 @ 17:00 - 18:00
Dialoga con Carla Bisleri, in collaborazione con Collegio Univ. Lucchini.
Voci che sono la mia è il libro in cui Matteo Caccia, tra i più famosi speaker radiofonici italiani e podcaster, voce di programmi ormai iconici come Amnésia o La piena e inventore del format Don’t tell my mom, racconta il suo rapporto con le storie. Che valore ha una storia? Perché sono così importanti per le nostre vite? Perché ci influenzano così tanto? Sono tutte domande che Matteo Caccia si pone all’interno delle pagine di Voci che sono la mia, partendo dall’enorme bagaglio di storie raccolto nel corso della sua ventennale carriera di narratore. Consapevole che sentire la necessità di raccontare una storia, saperla raccontare, non significa soltanto intrattenere un pubblico, ma cambiare – ogni volta, a ogni racconto – la sua visione del mondo di ciascuno di noi. Il nostro modo di dare anima allo spazio che abitiamo. Tra il respiro e la parola c’è uno spazio. Un luogo impalpabile in cui abita la voce: è una geografia di suoni e di immagini, di ricordi, di rumori. Per tornare alla voce, negli anni, ho imparato a riconoscere il sentiero da seguire. Prima, inspirare. L’aria comincia ad attraversarmi, raggiunge tutti gli angoli del corpo, si trasforma nei movimenti delle braccia, del busto che si inclina. Sono davanti al microfono di una stazione radiofonica. Ho per le mani un registratore in una rimessa di barche. Sono dentro una cabina telefonica in mezzo al deserto. Poi, espirare. Tutta l’energia conservata viene spinta fuori, si disperde lentamente nell’aria. Seguire il sentiero significa mettere in pratica un esercizio. L’esercizio si concentra su un’unica azione: portarsi fuori da sé. È la condizione indispensabile perché la voce non resti puro fiato. Solo quando si è in grado di uscire fuori da sé quel miscuglio di fiato e parole dà vita a una storia. Che è mia e, nello stesso tempo, non è mia. Ogni storia che raccontiamo, allora, non è mai soltanto un momento di informazione o di distrazione. Ogni storia è un corpo che esce da noi, che ha dei precisi tratti somatici, uno scheletro, una memoria, un cuore. Raccontare significa dare vita. E nello stesso tempo, sentirsi vivi. È impossibile concepire un’esistenza che non possegga l’esperienza quotidiana delle storie. Ci verrebbe a mancare il respiro necessario per sopravvivere. Prima, inspirare. Poi, espirare. Sono davanti al microfono di una stazione radiofonica. Ho per le mani un registratore in una rimessa di barche. Sono dentro una cabina telefonica in mezzo al deserto. Ordino le immagini, pronuncio il mio nome, mi chiamo Matteo Caccia, e comincio a raccontare.
Attore teatrale e conduttore radiofonico italiano, Matteo è diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. È conosciuto soprattutto per l’incredibile storia del suo esperimento di storytelling Amnèsia, viaggio in una memoria da ricostruire, partito dall’immaginare di aver subito un’amnesia.